Il lato B di un’icona
Mai e poi mai, un iconografo deve apporre sull’icona la propria firma. E’ una regola fondamentale che insegna a comprendere che l’uomo, in quanto misero e mortale, è solo un semplice strumento nelle mani del Signore.
Tuttavia possono divenire leciti l’interesse e l’intenzione di voler conoscere l’ iconografo – non come artista, ma come umile tramite – per mezzo di cui l’icona è stata scritta (si, esatto… le icone non si dipingono, bensì si scrivono).
E’ per questo motivo che al fine dell’identificazione (che non sia solo “pittorica” o “tecnica”), sul retro della tavola può essere affrancata una piccola targhetta contenente dati basilari su Opera ed operatore, nonché un piccolo sigillo in ceralacca che ne attesta la veridicità.